Uno schiaffo alla memoria, un messaggio di odio che ha indignato l'Italia intera. Non è arrivato da un estremista qualunque, ma da un docente universitario: Luca Nivarra, professore di Diritto civile a Giurisprudenza dell'Università di Palermo che su Facebook invita a reagire contro quello che definisce "l'Olocausto palestinese". "Un segnale, per quanto modesto, potrebbe consistere nel ritirare l'amicizia su FB ai vostri amici ebrei - scrive Nivarra - Non solo a chi sostiene Israele, ma sottolinea anche a quelli buoni, che si dichiarano disgustati da quello che sta facendo il governo di Israele e le IDF". Secondo il professore, persino chi prende le distanze dal conflitto "mente e con la loro menzogna contribuiscono a coprire l'orrore". La conclusione è un appello diretto all'isolamento: "Cominciamo a farli sentire soli, faccia a faccia con la mostruosità di cui sono complici".
Parole che hanno scatenato una reazione di sdegno immediata e trasversale. Il Ministro dell'Università Anna Maria Bernini le ha definite "gravissime e indegne di un professore" e ha aggiunto: "Un docente ha il dovere di educare al rispetto e al confronto. L'ateneo dovrà chiarire e prendere provvedimenti". Durissimo anche il Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara: "Un abominio intollerabile. La scuola e l'università sono presidio di civiltà, non megafoni per l'odio razziale. Chi riveste un ruolo pubblico deve essere responsabile di ogni parola".
Dal Parlamento la condanna è stata unanime. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha parlato di "vergogna e intollerabile deriva. L'antisemitismo è veleno puro e va combattuto in ogni sua forma", mentre la segretaria Pd Elly Schlein ha aggiunto: "Messaggi disgustosi come questo non possono trovare spazio in una democrazia. Serve chiarezza immediata sulle responsabilità dell'ateneo".
Netta anche la voce della presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni: "Un invito esplicito alla discriminazione che non può restare senza conseguenze. È gravissimo che a pronunciarlo sia un professore universitario. Chiediamo alle autorità competenti di intervenire subito". Anche il rettore di Palermo, Massimo Midiri, ha preso le distanze: "L'ateneo non condivide né tollera espressioni discriminatorie o razziste. Ci dissociamo in maniera netta e valuteremo ogni azione necessaria".
Parole, quelle di Nivarra, pronunciate con estrema leggerezza su un post di Facebook e che riaprono inevitabilmente ferite del passato, evocando pagine buie e inquietanti della storia con un cinismo sorprendente. La fotografia di un docente che non attacca governi ma persone, identità, in quanto tali e le identifica per la loro origine e religione. Non si tratta di opinione ma un attacco diretto che dimostra quanto sia sottile il confine tra libertà di espressione e odio deliberato.