Spettacoli e caccia al tesoro. Il Carcano va a fare Festival

Scritto il 27/08/2025
da Sabrina Cottone

La direttrice artistica Serena Sinigaglia: "Usciamo dal teatro per creare relazioni". Apre Lella Costa

Un Festival del Carcano in piazza Olivetti, non lontano dall'area che ospiterà il Villaggio Olimpico. Il titolo è «Imagine», è alla sua terza edizione, durerà dal 2 al 6 settembre e a raccontarlo è Serena Sinigaglia, direttrice artistica del Festival e, con Lella Costa, del teatro Carcano. Teatro ma non solo, perché l'intento è creare un dialogo con il quartiere e con quest'obiettivo sono presentate molte attività che non si possono chiamare collaterali: «È una piazza molto interessante perché racconta lo sviluppo urbano ma anche la difficoltà a riempirsi di persone. L'obiettivo è incuriosire i cittadini a vivere la piazza, molto proiettata al futuro».

Tema centrale del Festival è la speranza, ispirata alla filosofia di Byung-Chul Han e al suo libro «Contro la società dell'angoscia» (Einaudi Stile Libero, traduzione di Armando Canzonieri). Si apre con Lella Costa che presenta un reading tratto da un piccolo poema di Patrizia Cavalli, «La Patria», come spiega Sinigaglia «anche qui come speranza di un luogo in cui finalmente ti senti bene con te stesso, in senso di grande umanesimo». Il 4 settembre la conferenza spettacolo dei Tlon, Maura Gancitano e Andrea Colamedici, che declinano la speranza dal punto di vista concettuale. Sabato 6 settembre «Down» del Collettivo Clochart, «uno spettacolo che mi ha molto colpito perché racconta un rapporto tra una madre e una figlia down in cui sono sottolineate tutte le potenzialità che un normodotato non ha e chi chiamiamo diversamente abile ha. La ragazza down danza fenomenalmente». La musica è rappresentata da Matthias Martelli, che il 3 settembre guida lo spettacolo «Il suono delle pagine», accompagnato dalla musica dal vivo dei jazzisti Mattia Basilico e Matteo Castellan.

Prima degli spettacoli ci sarà sempre un dj set con aperitivo convenzionato con un bar della piazza: «È il terzo anno che proponiamo il festival con l'intento di sviluppare una parte più sociale di teatro nel territorio». Ed ecco alcune delle molte attività. Due laboratori teatrali rivolti alla cittadinanza, uno per over 60, l'altro con minori non accompagnati e cittadini cui interessa conoscere i ragazzi, tenuti da Atir. Una caccia al tesoro per bambini e famiglie, «pretesto per visitare il quartiere e nuove zone di Milano, città che solo esplorandola consente di scoprire altri volti». Un'altra attività metateatrale è una passeggiata sonora che avverrà ogni giorno, dal 2 al 7, «immersiva nel quartiere, da piazza Olivetti al Villaggio Olimpico: stimola emozioni, fa percepire l'ambiente, giocando con il passato, che cosa c'era prima, provando a sentire rumori di che cosa c'era lì, o dettagli di cui non ci accorgiamo e che invece hanno un profumo, un colore». Insomma, il Carcano esce incontro alla città.

Spiega Sinigaglia: «Oggi come oggi lo spettacolo serale in sé ha poco senso se non si accompagna ad altre attività che fanno rete, costruiscono comunità. Lo specifico del teatro è migliorare la qualità di relazione tra gli esseri umani: ha una potenzialità inclusiva enorme, fa parte delle pratiche mediche. Viviamo tempi di grande individualismo, sfilacciatura, alienazione digitale, c'è tanto bisogno di reimparare la grammatica dello stare insieme con i corpi».

Il tema è «Imagine», ovvero il pensare che si possa ancora immaginare il futuro e che l'atto dell'immaginazione può essere salvifico di fronte agli spaventi, all'orrore, alle paure che attanagliano le nostre vite. L'apocalisse ecologica, militare, politica, virale ci porta a vivere nella paura e non crediamo più nel futuro e non abbiamo più speranza. Questo porta ad ammalarsi. Ma oltivare la speranza è già l'atto vitale che dà senso della vita: sulla speranza erigo una serie di azione atte a cambiare la situazione. L'uomo che non fa progetti, non sogna, è già morto prima di essere morto».