AGI - Estorsioni, danneggiamenti e gare truccate, ma anche un omicidio compiuto oltre vent'anni fa: su queste vicende ha fatto luce l'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che questa mattina è scaturita nell'operazione denominata 'Saulo'. Ventuno le misure cautelari eseguite tra le province di Crotone, Taranto e Bologna, oltre che in diverse case circondariali sul territorio nazionale, dai carabinieri del comando provinciale di Crotone.
Eseguiti 18 arresti
Diciotto persone sono finite in carcere, mentre per altre tre è stato disposto l'obbligo di dimora nel comune di residenza, tutte ritenute affiliate al locale di 'ndrangheta di Cirò e alle 'ndrine collegate di Strongoli e Cariati. Un sodalizio che si sarebbe ricostituito dopo che le inchieste 'Stige' e 'Ultimo atto' negli ultimi anni avevano decapitato il vertice della potente cosca cirotana.
Intercettazioni e pedinamenti
L'indagine, avviata tra l'aprile 2023 e il maggio 2024 e sviluppata prevalentemente attraverso intercettazioni, attività di osservazione e pedinamento e le dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, ha permesso di ricostruire l'esistenza e l'operatività del sodalizio mafioso che ha mantenuto la sua operatività e "rivitalizzando – annota il gip del Tribunale di Catanzaro - le articolazioni territoriali della 'ndrangheta, operanti nei territori dei comuni di Crotone, Cirò, Strongoli e Cariati".
È stato quindi delineato l'attuale organigramma della cosca, nella quale sono inseriti i cosiddetti 'veterani' e diverse 'nuove leve' del panorama associativo locale, i quali hanno potuto avvalersi dei familiari dei soggetti già detenuti.
L'omicidio e le estorsioni
L'indagine ha documentato la sussistenza di gravi indizi nei confronti di tre affiliati per un omicidio avvenuto a Cirò Marina il 9 aprile 2003: quello dell'imprenditore edile Francesco Mingrone, all'epoca 73enne classe, reo di aver molestato o infastidito, più volte, la sorella di uno degli autori del delitto.
Gli inquirenti hanno poi accertato numerose estorsioni, tentate e consumate, nei confronti di ditte e società aggiudicatarie di appalti pubblici in materia edilizia, anche nell'ambito dei fondi del Pnrr, nonché nei confronti di un lido balneare, di un esercizio commerciale di apparecchi elettronici e di uno di ristorazione ubicato a Cariati.
Dalle indagini sono poi emersi i tentativi di far assumere alcuni affiliati o loro familiari in aziende del Cirotano, non andati in porto per l’opposizione delle vittime, e una turbata libertà degli incanti per impedire la partecipazione di un privato cittadino all’asta giudiziaria di un immobile al cui interno operava già un ristoratore che per la sua ‘protezione’ pagava alla cosca mille euro mensili ad alcuni affiliati.
È stata documentata, quindi, l’esistenza della classica ‘bacinella’, utilizzata per sostenere economicamente le famiglie dei detenuti e pagare le relative spese legali, dalla quale sono stati prelevati circa 30 mila euro per l’acquisto di un’autovettura da parte di un affiliato, ma adoperata e messa nella disponibilità permanente di un altro elemento di vertice della consorteria.
In concomitanza con l’esecuzione delle misure cautelari sono state effettuate 17 perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di ulteriori indagati che rispondono a vario titolo delle stesse accuse degli arrestati: associazione mafiosa, omicidio, estorsione, turbativa d’asta, danneggiamento, ricettazione e reati in materia di armi.
Due di loro, in particolare, sono indiziati anche di diverse attività estorsive avvenute tra il novembre del 2024 e il gennaio di quest’anno, tra gli episodi contestati l’imbrattamento della saracinesca di un esercizio commerciale, danneggiamento di un’autovettura e di alcuni mezzi meccanici ai danni di altrettanti imprenditori di Cirò Marina, finalizzati a ottenere dalle vittime delle somme di denaro.
Le forze in campo
I provvedimenti sono stati eseguiti nella provincia di Crotone, nonché presso le case circondariali di Agrigento, Prato, Secondigliano e Ancona, le case di reclusione di San Gimignano e Saluzzo, dai Carabinieri del comando provinciale di Crotone, coadiuvati nella fase esecutiva da quelli dei comandi provinciali di Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria, del Nucleo Cinofili, dell’8° Nucleo Elicotteri e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Vibo Valentia.