"È evidente: il Pd non è capace di governare questa città"

Scritto il 27/08/2025
da Marta Bravi

L’ex assessore Giulio Gallera: "L’inchiesta sull’urbanistica e San Siro sono la dimostrazione che Sala non sa imporsi ai suoi"

Giulio Gallera, ex assessore ai Servizi civici della giunta Moratti, assessore alla Sanità della giunta Fontana, ora consigliere regionale e storico esponente di Forza Italia, mercoledì scorso è stato eseguito lo sfratto del Leoncavallo.

«Era ora! Voglio dire che è assurdo che si sia aspettato così tanto tempo. Finalmente il governo ha affermato un principio: la legge è uguale per tutti. Io sono consigliere dal '97 e quante volte abbiamo visto levate di scudi dei salotti radical chic, dei politici di sinistra, di un supposto valore di questo centro sociale? Noi saremo attentissimi rispetto al fatto che non si creino delle corsie preferenziali per il Leoncavallo».

La vicesindaco Scavuzzo ha garantito che il bando per l'affido del capannone a Porto di Mare non è cucito ad hoc.

«Vedremo domani la delibera, detto ciò non mi sembra che in tutti questi anni il centrosinistra abbia creato le condizioni per individuare un altro luogo o per la sua legalizzazione».

Il segretario di Fi Antonio Tajani ha invocato lo sgombero di Casa Pound: la legge è uguale per tutti.

«Sul rispetto delle regole Fi è un partito garantista. La Costituzione è una e non si interpreta per gli amici e si applica per i nemici. Così vale sul fatto che le indagini non sono delle sentenze, quindi noi non abbiamo mai chiesto le dimissioni di nessuno».

Per altri versi questo sfratto ha avuto l'effetto di ricompattare le fila del Pd dietro al sindaco.

«Mi sembra che il fallimento del centrosinistra al governo di Milano sia così clamoroso che non sarà certo la bandiera del Leoncavallo a ridare vigore a questo tipo di proposta politica».

Non solo, il Pd è in difficoltà perché non sa se aderire alla piattaforma della manifestazione del 6 settembre in difesa del Leoncavallo, nonostante Anpi e Cgil l'abbiano già fatto.

«Sì, ma è palese ormai è che il Pd non ha un profilo di forza di governo, nel senso che non riesce a imporre ai propri elettori, ai propri militanti delle idee legate allo sviluppo della città. Lo scandalo urbanistica che emerge è esattamente questo.».

Si spieghi meglio.

«Una classe dirigente che si è nascosta dietro a dei tecnici per non assumersi la responsabilità di dire che i grattaceli andavano fatti, che il rapporto col privato andava tenuto, che non è stata in grado di costruire un Piano casa per i ceti medi, ha evidenziato la propria incapacità di governare. Ancora una volta il Pd si dimostra prigioniero: da un lato deve blandire una parte dell'elettorato che è sempre contro tutti, dall'altro affermare il principio secondo cui in una città si rispettano le regole».

L'altra delibera è quella sulla vendita di San Siro. Nonostante il patto tra sindaco e Pd ci sono già due consiglieri del Pd, per non parlare dei Verdi che hanno annunciato voto contrario.

«Le parole dell'assessore Scavuzzo al Giornale dimostrano la totale paralisi e incapacità di assumersi la responsabilità dei grandi progetti nei confronti della città e questo è anche il tema legato allo scandalo urbanistica. Perché per noi quello con il privato è un rapporto trasparente: si tratta in modo che possa avere la sua convenienza, ma che ci sia anche la realizzazione dell'interesse pubblico. Sono 5 anni che il Comune tentenna su San Siro: ha già fatto tutto il percorso, deve decidere se vuole il bene della città, che è fare un nuovo stadio, o se vuole che le squadre se ne vadano. Ma bisogna assumersi la responsabilità della scelta».

Poi c'è il tema degli oneri di urbanizzazione sottostimati per cui si è creato un danno per la città.

«Dover approvare progetti e permessi in maniera sotterranea, porta anche a queste conseguenze. Noi portavamo tutte le delibere di urbanistica in consiglio comunale e in consiglio di Zona: era un modo per far conoscere ai cittadini il progetto. Se fai tutto di nascosto il risultato sono gli esposti».

Milano nel frattempo è diventata inaccessibile al ceto medio.

«Sì, perché le case di pregio possono esserci, anzi, danno un valore alla città, ma d'altro lato devi fare anche le case per il ceto medio. Invece il piano casa non è mai stato fatto».

È partito sei mesi fa.

«C'è stato bisogno di Bardelli che era un tecnico di centrodestra per fare il primo Piano casa dopo 14 anni, perché l'enfant prodige del Pd ha dimostrato la sua totale incapacità...».

Adesso sembra che sia tutto un po' alla rincorsa: è partito il piano casa, va fatto il Pgt, si regolarizza il Leoncavallo.

«Ma non si può arrivare all'ultimo per recuperare... Non solo, loro oggi stanno pensando di fare un piano di governo del territorio che non realizzerà niente perché ideologico».

Venendo alle elezioni Comunali, si è parlato di un'alleanza possibile con Azione. Cosa ne pensa?

«Penso che quello che è emerso da questi 15 anni è che il Pd non ha una cultura di sviluppo della città. Mi rivolgo a quel mondo riformista, socialista, progressista che ha fatto lo sviluppo della Milano di allora: come fa a stare insieme a una grande parte del Pd che è comandata dai comitati del no? Quindi capiscano che noi siamo invece gli interlocutori giusti».

Candidato tecnico o politico?

«Il centrodestra deve fare un programma che metta al centro le periferie, la sicurezza, la qualità della vita, l'immigrazione, ma anche avere una grande proposta di sviluppo della città. In quest'ottica, secondo me, il tema civico o politico è anacronistico».

Quindi?

«Vedremo chi sarà la persona che meglio sa interpretare tutto questo. Ma oggi fossilizzarci su civico o politico mi sembra un discorso molto sterile che rischia di far perdere di vista l'obiettivo di fare un bel programma e di avere una grande capacità di ascolto della città».