Nessuna sorpresa. La Toscana va al centrosinistra con Eugenio Giani riconfermato presidente con il 53,9% contro il 41% di Alessandro Tomasi. Il tutto con una affluenza crollata al 47,73, rispetto al 62,6 del 2020. Una vittoria che "il Giani", come viene chiamato nella sua regione, ottiene superando di slancio le resistenze della segreteria del Partito Democratico e la riluttanza di Elly Schlein che per settimane ha coltivato l'idea di far scendere in campo in una regione "blindata" - dal 1970 vince sempre e soltanto il centrosinistra - un uomo riconducibile alla maggioranza del partito, una figura meno moderata ma più movimentista.
Giani invece ha tenuto duro, ha resistito all'onda delle pressioni - comprese le perplessità dei Cinquestelle - e si è di fatto autocandidato per un secondo mandato, strappando la sua vittoria.
I risultati delle liste vedono il Pd conquistare la palma del primo partito, con il 36,3%, seguito da FdI al 26, Casa Riformista all'8%, Forza Italia al 6,9. Non c'è l'effetto Vannacci sulla Lega, poco sopra il 4%. "Complimenti a Giani - dice il generale -, chi non vota non si lamenti". Un dato che spicca è la performance della lista civica a sostegno di Giani, legata a Matteo Renzi. La coalizione "Casa Riformista Iv / Lista Giani" supera i Cinquestelle, affermandosi come terza forza nella regione. Eugenio Giani affida la sua prima reazione ai social con un semplice: "Sono emozionato. Grazie Toscana". Parla di "riconoscenza verso la terra che mi ha rinnovato la fiducia" e di "grande impegno per non tradire le attese".
Il competitor Alessandro Tomasi annuncia che intende entrare nel Consiglio regionale e lasciare l'incarico da sindaco, sottolineando che ora la sua Pistoia, la città di cui è sindaco, è diventata contendibile. Pur riconoscendo lo scarto netto, promette che la sfida non si chiuderà qui e che guiderà "un'opposizione forte e vigile". "Speravamo che la Toscana rispondesse in modo differente rispetto alle altre regioni" dice Tomasi. "Certo una campagna elettorale molto breve non ha aiutato, perché le elezioni sono state indette il 14 agosto in un periodo estivo, abbiamo avuto un mese per far conoscere le nostre idee, i nostri programmi, le nostre persone. Le campagne elettorali corte, le regioni che votano in modo separato, secondo me non aiutano la democrazia, sia chi vince, sia chi perde".
Giorgia Meloni, che aveva partecipato alla chiusura della campagna elettorale per Tomasi a Firenze, riconosce la sconfitta: "Congratulazioni a Eugenio Giani per la vittoria delle elezioni regionali in Toscana e auguri di buon lavoro. Un sentito ringraziamento ad Alessandro Tomasi e a tutta la coalizione del centrodestra per la dedizione e la passione dimostrate in una sfida impegnativa".
Elly Schlein si presenta al comitato di Giani poco dopo l'annuncio. "Chi si era affrettato a dichiarare la fine della coalizione progressista oggi è smentito nei fatti, dall'altra parte hanno cantato vittoria troppo presto. Ora occorre unità e rispetto delle scelte regionali.
Matteo Renzi, infine, interpreta il risultato come una convalida della strategia centrista e la sua lista centrista come un antidoto ai Cinquestelle. Se in vari interventi nei giorni scorsi aveva definito la Toscana come "il luogo della ripartenza", puntando sulla lista civica come elemento di equilibrio nel campo progressista, dopo lo spoglio festeggia, parla di "una grande vittoria per Giani e per il centrosinistra" evocando la lista riformista come un "porto sicuro" per chi vuole riforme credibili. "Casa Riformista è la terza lista in assoluto. Dopo Pd e Fdi, davanti alla Lega, a Avs, a M5S. Spero che finalmente sia chiara la differenza tra chi prende voti e chi parla di sondaggi".